Il Gruppo Giovani si racconta nel tempo della pandemia

Dalle pareti di casa…connessi al mondo intero!
Continuando a volgere il nostro sguardo alle persone, abbiamo chiesto al gruppo giovani della nostra comunità pastorale di testimoniarci come hanno vissuto questo tempo particolare.
La testimonianza si apre con una frase importante che i giovani ci fanno ricordare:
Tempo di prova, tempo di scelta
(papa Francesco)
Sentendo l’esigenza di non abbandonare il percorso come fedeli, non solo personale ma anche di comunità, nasce la prima iniziativa della quarantena: la compieta su zoom, il momento di preghiera conclusivo di ogni giornata, con brevi momenti di riflessione proposti da don Giovanni che invitavano anche a riflettere su questo tempo sospeso e a rivalutare le nostre priorità.
Riprendendo il vangelo della domenica, ci siamo resi conto di quanto la Parola possa essere attuale in un periodo così duro e riflettere sulla vocazione ci permette di rispondere alle domande che sentiamo molto vicine: chi sono io? Per chi mi spendo? A cosa mi chiama Dio? In questa ottica è stato “nostro ospite” don Marco Ruffinoni, l’ex seminarista nonché attuale diacono, che ci ha raccontato la sua storia e ci ha permesso, rispondendo alle nostre domande, di fare chiarezza sulla nostra idea di chiamata.
Anche il gruppo educatori adolescenti ha dovuto farsi spazio in questa quarantena, affinchè i ragazzi seguiti non ci sentissero lontani, ma anzi che trovassero in noi dei riferimenti, giovani che li affiancassero nel loro percorso.

Infine, l’iniziativa caritativa: il pronto spesa, con due appuntamenti settimanali al centro Caritas dove ricevevamo istruzioni su come operare; o andare a fare la spesa per le persone più a rischio – gli anziani, malati e disabili – e consegnarla a casa o consegnare i pacchi già pronti coi generi di prima necessità per quelle famiglie in difficoltà che però non potevano più accedere al servizio caritas della parrocchia.
In questo periodo così surreale abbiamo preferito metterci in gioco e spenderci per la nostra comunità. Cosa c’è di più bello?