XXXXI Giornata per la Vita “E’ vita, è futuro”

L’alleanza tra le generazioni consolida il futuro
Si intitola “È vita, è futuro” il Messaggio del Consiglio Permanente della CEI per la XXXXI Giornata per la vita, del prossimo 3 febbraio 2019.
Su tutti noi oggi piovono dal cielo, come una carezza, le parole di Geremia: «prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni» (Ger 1,5). Siamo chiamati infatti, nelle trame di questo tempo, ad essere profeti di salvezza e di vita. Le difficoltà non ci possono fermare. La mancanza di un lavoro stabile e dignitoso spegne nei più giovani l’anelito al futuro e aggrava il calo demografico. Dinanzi a queste prove l’invito è a «non
spaventarsi» (cfr. Ger 1,17) e a consolidare l’alleanza tra le generazioni dove si spalanca l’orizzonte del dono di sé, che riempie di senso l’esistenza. Proprio dagli anziani, i più giovani possono apprendere la fede che sposta le montagne, la carità che abbraccia ogni esistenza fragile, la speranza che non delude.

La vera ecologia è sempre integrale e custodisce la vita sin dai primi istanti.

È l’amore che muove il mondo: il nuovo abbraccio dopo una litigata tra marito e moglie, la carezza di una nuora alla suocera inferma, una nuova nascita quando l’ultima bolletta fa saltare tutti i conti, o tendere la mano a un migrante leggendo nei suoi occhi la fame e la disperazione per il futuro dei suoi figli. Ne siamo consapevoli: se «non avessi la carità, non sarei nulla» (1 Cor 13,2).
Come dice Francesco, «l’amore di amicizia si chiama “carità” quando si coglie e si apprezza “l’alto valore” che ha l’altro (…) e ci permette di gustare la sacralità della sua persona senza l’imperiosa necessità di possederla» (cfr. AL 127). Questa qualità di amore è autentica ecologia che custodisce il creato: dall’infinitamente piccolo, il concepito, all’anziano morente.
La vita fragile si genera in un abbraccio
La bellezza della vita è nascosta nella fragilità. Ancora oggi, riguardo al Messia, restiamo meravigliati: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Dio ha scelto di consegnarsi al mondo in un piccolo embrione, che contiene tutte le potenzialità della natura umana.
Confidiamo che la Giornata per la vita divenga sempre più un’occasione per inaugurare un patto per la natalità, che coinvolga tutte le forze culturali e politiche e, oltre ogni sterile contrapposizione, riconosca la famiglia fatta di papà, mamma e figli, come grembo generativo del nostro Paese.

Leggi il messaggio  “E’ vita, è futuro”